Fa, fà o fa’? Eccoci nuovamente di fronte a un dubbio relativo alla forma scritta di monosillabi.
Sull’uso di fa, fà o fa’ possiamo procedere chiarendo da subito un primo elemento: fà nella lingua italiana scritta non esiste.
Rispetto ad altri casi, infatti, non è necessario l’uso dell’accento per esprimere significati differenti del monosillabo in questione, in quanto “fa” indica:
• La terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo fare (es: Elena fa sempre disegni bellissimi)
• La quarta nota musicale (es: Do Re Mi Fa Sol La Si)
• “compiuto, passato”, in alcune locuzioni avverbiali (es: non molto tempo fa le cose andavano diversamente)
Come si nota, i significati di fa sono così diversi che in base al contesto possiamo facilmente renderci conto di ciò di cui stiamo parlando. Ecco perché l’accento è praticamente inutile.
In verità, la forma accentata, se non esiste di per sé, è però possibile nel caso dei composti del verbo “fare” (secondo la regola che vuole l’ultima sillaba delle parole composte accentata):
Claudio rifà ogni volta quella domanda.
Fa, fà o fa’?, però, è una domanda che ci pone di fronte a un altro elemento: oltre alla presenza o assenza dell’accento, infatti, fa può essere scritto anche con l’apostrofo, segno ortografico che indica appunto la scomparsa di una sillaba o di una vocale in fine di parola per il fenomeno del troncamento. In questo caso, il monosillabo indica la seconda persona singolare dell’imperativo presente:
Fa’ le cose per bene!
In definitiva, fermo restando l’uso di fà limitato ai verbi composti, possiamo affermare che il contesto ci aiuta a orientarci molto bene rispetto all’uso di fa, fà o fa’.